Il Fantasma
(Racconto di qualche anno fa)
Hai presente quando sei sovrappensiero, e di colpo fa la sua entrata in scena qualcosa che ti strappa a quello stato di trance, come un lampo?
Immagina che quel lampo abbia gli occhi misteriosi e smarriti di una ragazza che incroci tra la folla in una grigia giornata di novembre. E già si è dileguata. L’hai vista davvero? Te la sei immaginata? Sembra più un’apparizione, pensi, mentre la pioggia inizia di nuovo a cadere, questa volta in maniera sottile, e, automaticamente, la tua mano si rivolge ad estrarre l’ombrello dalla borsa. Pazienza, continui a pensare mentre apri l’ombrello, forse la tua meteoropatia sta superando ogni limite e sta iniziando a dare i suoi frutti strambi e bizzarri. Te la sei immaginata. E la pioggia scivola sul tuo ombrello aperto e finisce sul marciapiedi, e saresti pronto a giurare che lo ha fatto con mestizia.
Com’è possibile che quell’immagine torni di nuovo a farti visita? Questa volta è solo la tua mente, sì, di sicuro. Ma anche stamattina è stato così? Era troppo strana…davvero qualcosa di singolare. Sembrava non avesse corpo. Tutto quello che spiccava erano i suoi occhi, neri come un pozzo e profondi come il cielo prima dell’alba, incastonati su un viso sottile di un pallore praticamente trasparente. I capelli davano l’idea di essere raccolti, e anch’essi erano scuri. Il vestito era chiaro, come la sua pelle. Era bianco e sembrava trasparente. Ma lo hai visto solo per un secondo. Chi ti ricordava? Forse qualche figura spettrale di qualche film d’altri tempi, quando gli horror non avevano bisogno di effetti speciali e splatter per coinvolgere. Forse un’immagine partorita dalla tua mente nelle lunghe letture di romanzi gotici. O, chissà, un’Ophelia triste, perché eri stato tanto colpito dalla lettura di Shakespeare…e sul tuo cuore quella ragazza ferita aveva lasciato il segno, e aveva incontrato le suggestioni dark della tua mente.
Nei suoi occhi hai visto contemporaneamente un istante e l’eternità. La malinconia vi brillava, e non sapevi dire se del pianto vi era solo la suggestione, o anche le lacrime. Era bella. E tu la pensi di nuovo. E sei seduto in poltrona in soggiorno e ti senti inquieto, ti alzi e fai un giro per la casa. Brevi giri, dato che la tua casa è piccola. E ti siedi di nuovo e ti alzi ancora e ti risiedi, alla luce di una candela. E lei, sempre nella tua mente. Forse hai semplicemente bisogno di una ragazza. Sei single da troppo tempo, e dovresti smetterla di stare rintanato nel tuo guscio per paura di altre delusioni. Dove sta andando la tua vita, ragazzo?
Ma, soprattutto, lei dove andava? Che cosa voleva? Gli altri l’avranno vista?
Questa è stata proprio la notte più allucinante della tua vita. Ti rendi conto o no che l’hai passata a tormentarti sulla vita e i misteri di qualcuno che probabilmente è solo una mera fantasia della tua mente stressata? Certo che te ne rendi conto. Non ti bastava forse l’insonnia? Forse stai impazzendo. Forse quella pausa dal lavoro dovevi prendertela davvero, e quella vacanza che rimandi da tanto non sarebbe stata un vezzo da perditempo, ma una necessità. E adesso cosa fai?
Decidi di ritornare in quel luogo. Su quella strada in cui l’hai incontrata, in quell’esatto punto in cui si era materializzata, tra la pasticceria e il negozio di telefonini. Domani non andrai a lavoro. Conosci il ragazzo della pasticceria, spesso si affaccia in strada e scambiate qualche parola nella noia dei pomeriggi vuoti, o qualche saluto nella frenesia delle mattine di lavoro.
Gli avresti chiesto se per caso ha visto una ragazza dagli occhi tristi e la bellezza intensa, che sembrava fluttuasse nell’aria. E sembrava cercasse proprio te. No, questo non glielo dirai.
Il tempo è ancora grigio, ma per fortuna oggi non piove. Ma che cosa stai facendo? Te lo chiedi più volte, lungo la strada. No, dai, meglio non chiedere nulla a nessuno, pensi. Ti guarderai semplicemente attorno, e questo è quanto. Nel tuo cuore covi la speranza segreta di rivederla. Vederla materializzarsi di nuovo lì, come un lampo. No, aspetta, va bene, chiederai qualcosa al tuo amico. Ma se ti dice che in quel quartiere non abita nessuna ragazza fluttuante, allora lei sarà stata solo una suggestione della tua mente. Bah, che poi potrebbe essere stata anche una forestiera!
È quasi tutto come ieri, per la via, anche l’ora è la stessa. Rivivi la scena. Rivedrai quegli occhi da un momento all’altro. Arrivi davanti la pasticceria, apri la porta, la maniglia è fredda al tatto. No, non li hai visti, quegli occhi.
Il ragazzo è lì. Non sei dell’umore adatto per i convenevoli, ma sei consapevole che se appena varcata la soglia te ne esci con questa domanda, ti prenderanno per matto. Mentre sorseggi il tuo caffè, inzuppando di tanto in tanto un pasticcino nella tazza, trovi il coraggio di chiedere. Nessuna ragazza dagli occhi e capelli scuri e dalla pelle diafana vive nei paraggi. No, il tuo amico ieri a quell’ora non ha visto nessuna giovane in abito bianco che fluttuava per la via. Ok, devi essere davvero impazzito. E la prossima volta che ti viene un calo di zuccheri entra in pasticceria piuttosto!
Devi trovarti una ragazza. Devi smetterla di vivere ai margini della società e della vita a causa delle tue paure. Buttati e deciditi a fare quella cavolo di vacanza. Vedrai che in questo modo dimenticherai l’insonnia e la meteoropatia. E le ragazze misteriose e belle che non esistono.
Il mondo è pieno di belle donzelle in carne ed ossa, per la miseria. I tuoi amici (o meglio conoscenti) ti riderebbero in faccia da qui all’eternità se solo lo sapessero! E non essere triste, devi darti una possibilità. Cancella quello sguardo torvo e dimentica questa storia.
Abbandoni la via principale e svolti in una piccola viuzza tranquilla che ti riporterà a casa. È tempo di guardare in faccia la realtà. Riprende a piovere, che cavolo. Ed ecco che riapri l’ombrello. Ok, adesso nella suggestione ti sembra di rivederla. No, ma ancora?
Questa immagine non vuole proprio andarsene dai tuoi occhi. Non vuoi proprio rinsavire. Eppure… No, è impossibile da equivocare. La ragazza è davanti a te, ti guarda fisso con quei suoi occhi che ti sembrano dei fari scuri, una cosa unica al mondo. Vedi solo quello, di lei. Potrebbe anche essere nuda, non te ne accorgeresti. E non vedi più neanche la via, in quel momento. Ma sai che non c’è nessuno a cui chiedere “Ehi ma la stai vedendo anche tu?!” “Oh mi scusi tanto se la disturbo, ma anche lei vede quello che sto vedendo io??”; ci sei solo tu.
Senti che ti sta dicendo senza parole di seguirla. Oh, ma che cosa sta succedendo?
Parti a razzo, ma sì, è l’unica cosa che volevi. Quella ragazza fluttua davvero. Quella ragazza è un mistero e adesso ti ha in pugno, tu puoi solo seguirla. Dove ti porterà? Non ti chiedi più dov’è finito il tuo senno, non ti vedi più come un pazzo. Non pensi più a nulla, la tua mente è il vuoto e l’unica cosa che senti è l’impulso di seguirla.
Nessuno ti vede mentre corri per la via inseguendo una strana figura, esile ed eterea? Ma sì, tu sei come in un’altra dimensione, domande come questa non ti toccano. E mentre lei ti porta per i campi, mentre il sole si affaccia tra le nuvole ed è l’unica cosa che senti, avverti come per la prima volta la bellezza di quello che ti circonda, del paesaggio, della vita.
Hai uno strano brivido quando lei si avvicina ad un cimitero, ma non puoi farti indietro quando vi entra. Ti fermi per un attimo e subito riprendi il tuo inseguimento. Vedi la sua immagine assottigliarsi, mentre si lancia nell’aria a velocità vorticosa, diventare come un soffio visibile, fino a quando non tocca una lapide e lì sparisce.
Eri rimasto qualche passo indietro, la sua velocità era decisamente troppo elevata perché tu potessi stare al suo passo! Ansimi dalla fatica, e, senza chiederti che diavolo stia succedendo e se tu sia sveglio, completamente pazzo o dormiente, ti appoggi alla lapide e subito rivolgi gli occhi all’intestazione che vi è impressa.
Niente e nessuno potrebbe raccontare la tua incredulità nel momento in cui guardi la foto, e vi riconosci il volto della tua misteriosa ragazza. Li più vivido e definito. Nora Lightly. In quella foto sorrideva.
Adesso dov’è, Nora Lightly? Non la vedi più fluttuare attorno a te. Niente più quel vestito bianco trasparente come un lenzuolo di fantasma, niente più i suoi occhi profondi come un pozzo e i suoi capelli neri, niente più il suo viso trasparente…Sei ancora fermo davanti a quella lapide in quel cimitero di campagna, e non vedi nulla di tutto questo. Solo la fila di tombe e l’erba dorata ed i raggi del sole che finalmente sono arrivati a prendere il posto della pioggia, e non sono mai sembrati così caldi sulla pelle. Potrà sembrare paradossale, ma senti così fortemente la vita proprio in un luogo come questo…! Merito di Nora, pensi. Ti senti grato a quella figura, anche se non sapresti spiegare esattamente perché.
Finalmente giri i tacchi e ti lasci alle spalle il cimitero. Beh, a dirla tutta, non sapresti spiegare neppure quello che è successo oggi. Nè tantomeno hai voglia di cercare o avere spiegazioni. Percepisci che va semplicemente sentito, sperimentato nell’anima, più che indagato con razionalità e logica.
Sarà merito di questa lezione, e della nuova dimensione dell’essere in cui -per usare un bel parolone- potresti dire di essere entrato, se prima di andare a casa prendi a guardare con occhi nuovi tutto ciò che ti circonda. Il nuovo sguardo che ti ha donato Nora. Le foglie che navigano sulle pozze di pioggia ancora per terra, il riflesso del sole su una vetrata, i mille modi in cui gli esseri umani ridono e le mille inflessioni con cui i gatti miagolano…ogni cosa ti parla della gioia e del dono di esserci, in un presente che si rinnova ad ogni istante e in cui tuffarsi senza zavorre ma solo con la voglia di esplorare.
Ma chi era Nora Lightly? C’è solo quella curiosità ad increspare la tua serenità ritrovata, che adesso, lo senti chiaramente, hai tutta l’intenzione di custodire dentro di te per l’eternità. Arrivato a casa, accendi il pc e, senza aspettarti nulla in particolare, inizi a googlare il suo nome…oh, ecco dei risultati! Nora Lightly -leggi- era una nobile e filantropa inglese vissuta nei primi del Novecento e morta in giovane età. Non aveva avuto una vita molto facile (la sua famiglia era presto caduta in disgrazia) ma nonostante questo -o forse proprio per questo- si impegnava per gli altri, per risvegliare nel prossimo l’amore per la vita. La immagini ragazzina, aggirarsi inquieta per palazzi eleganti con vestiti sontuosi, mentre quell’inquietudine le sussurrava che oltre quei tetti alti c’era un cielo ancora più alto. E la vedi ritrovarne conferma quando, ancora giovane, si ritrova faccia a faccia con le durezze della vita, e non smette di restare aggrappata alla sua bellezza, e di cantarla a coloro che ritrova sul suo cammino. Questa mania di ricordare lo splendore della vita a chi si trovava smarrito, insonne e preda delle paure in certi periodi dell’esistenza l’ha resa amata e mai dimenticata. La ringrazi con un sorriso, mentre finalmente prenoti la tua vacanza.
Chiara Catanese