Scintilla ✨

“Scintilla” di Chiara Catanese (LFA Publisher, 2022)

“Questo mare è pieno di voci e questo cielo è pieno di visioni”

Si potrebbe partire da questi versi di Giovanni Pascoli per raccontare “Scintilla”, la nuova raccolta poetica di Chiara Catanese, edita LFA Publisher.
Quelle voci che riecheggiano nel mare pascoliano, quelle visioni che riempiono il cielo di cui il poeta narra, sembrano essere della stessa natura di quelle “scintille” che stanno a fondamento della silloge dell’autrice siciliana.
La stessa ispirazione che da vita allo scrivere è, nelle parole della poetessa, una scintilla. Lo è il germe poetico, che può dare vita ad un fuoco creativo se sappiamo maneggiare questo lampo che si accende.
Tra le pagine della raccolta di succedono fotografie di attimi, emozioni, sensazioni rubate da uno sguardo introspettivo e in grado di guardare sempre oltre.

La natura è spesso e volentieri la via che conduce a questo oltre: il mare, soprattutto, con la sua immensità dona un respiro che è contingente e spirituale insieme, in versi che sono debitori alla poesia sufi con il suo misticismo ispirato e nato dal cuore.
La bellezza, contemplata e ammirata nella natura, nella luce, negli uomini e nelle donne, è afflato che eleva, oltre ad essere scintilla che accende il desiderio e la passione.

Una raccolta che, oltre a cantare la bellezza, vuole invitare a cogliere tutte quelle scintille -da rintracciare nella natura, nello slancio spirituale, negli scorci che si aprono nel vivere di ogni giorno- che, quando siamo nel buio, ci possono portare la luce.
Del resto, come insegna il saggio, è meglio accendere una candela che maledire l’oscurità.

“In una ferita di luce ho cercato
di ricongiungermi alla mia ombra”
(versi tratti dalla silloge)

Intervista per L’incendiario : https://lincendiario.com/2023/02/04/scintilla-dialogo-con-chiara-catanese/

Acquista Scintilla : https://linktr.ee/chiaracatanese

#poesia #scrittura #scrivere #libri

Scintilla

Cerco/Offro lavoro ai tempi di Facebook

Cerco/Offro lavoro ai tempi di Facebook

I gruppi di Offro/Cerco Lavoro su Facebook sono surreali. Tutti con in tasca la soluzione per diventare miliardari con pochi click, e ognuna è migliore delle altre. Viene da chiedersi perché allora in tanti si dannano con lavori nei call center e simili se “basta uno smartphone, la connessione e Facebook” per rivoluzionare la propria esistenza. Eh, ma loro conoscono il segreto di Pulcinella! L’ultima che gira è quella di scrivere delle serie di numeri su un sito per vedersi accreditare a vita cifre da capogiro. Anche quelli che cercano lavoro su FB, comunque, non sono proprio brillanti per abboccare a certe palesi assurdità.
Un capitolo a parte sono le cosiddette coach (la stragrande maggioranza è donna), improvvisate personal trainers, maestre di vita, dietiste e dietologhe. Mi chiedo fino a che punto somministrare “piani alimentari” e diete sia legale, se non si hanno competenze per farlo. Le loro competenze derivano dall’esigenza di vendere prodotti per conto dell’azienda ed “ampliare il proprio team”. Mi domando se non ci sia droga in questi famosi “beveroni” o barrette miracolose, dato che la maggior parte di queste coach/venditrici finite nella rete del network marketing sembra invasata in modo allucinante e incredibile. Credono di essere depositarie della verità della vita, del segreto rivelato che ti mostrerà il senso della tua esistenza e come viverla al meglio, mica di star vendendo dei prodotti.

#ultimedaFB

L’app per inviare messaggi anonimi

L’app per inviare messaggi anonimi

“Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero”, diceva Oscar Wilde. Di questi tempi, la maschera può essere anche quella dell’anonimato virtuale. Per questo ho scelto di aprire un account su Sarahah, l’app del momento. Puoi lasciarmi messaggi senza rivelarmi chi sei, dirmi in forma anonima cosa pensi del mio blog, della mia scrittura, delle mie poesie, della mia pagina autrice Facebook o del sito web/portfolio, della mia attività di copywriter (questo soprattutto se sei un addetto ai lavori) , anche cosa pensi di me, se ti fa piacere. Io non potrò risalire in alcun modo alla tua identità. Non posso neanche rispondere ai messaggi, questa è una funzione che forse verrà implementata in futuro.
Sarahah nasce come app per ricevere feedback costruttivi sinceri e spassionati sul lavoro e in amicizia. Per certi versi è certamente discutibile (personalmente sono per il metterci la faccia sempre e comunque), ma bisogna ammettere che ha anche un potenziale piuttosto interessante. Esplorarlo non costa nulla. E, soprattutto, provarla per me è un esperimento sociale. E sono anche curiosa, ma questo è secondario.

Ecco il mio indirizzo. Non c’è bisogno di registrarsi per inviare messaggi anonimi, potete scriverli e inviarli direttamente.

Inviami messaggi anonimi! https://chiaracat87.sarahah.com/

Wilderness

Wilderness

Che il mondo non vive ai nostri occhi,
ma li trascende,
ce lo ricorda il canto
delle contrade, delle colline e delle terre brulle.
Il richiamo dell’insperato, il sussurro dello sconosciuto,
la voce vera della terra.

E noi nelle riserve delle città, nell’illusione dei palazzi,
non lo sentiamo.
Un peso troppo grave il cono dell’universo.

*

Le colline, le vie che non sono strade
agli angoli del mondo,
dove l’uomo non ha piantato bandiera,
custodiscono verità
che i corsi non conoscono.

(Versi o presunti tali scritti nel 2010, che ben si sposano al concetto di wilderness…)

Il mondo di Extremelot ritorna nella fantasia

Il mondo di Extremelot ritorna nella fantasia

E quindi Lot -Extremelot- chiude ufficialmente. Non ero un’accanita giocatrice, ma ci sono stata per un periodo, e lo ricordo con piacere. Lot era una piattaforma in cui i partecipanti -bastava un nickname ed un’e-mail- attraverso narrazioni e descrizioni delle azioni del proprio personaggio e dell’ambiente, prendevano parte ad un gioco di ruolo di ambientazione fantasy. Il mio personaggio era una soldatessa.
Ora che ci penso, mi sembra di aver avuto due personaggi -forse l’altra era una fata o una dama.
Non riesco a ricordare il nome del mio alter ego -magari un giorno mi tornerà in mente- ma ricordo con piacere certi momenti in cui mi sembrava davvero di essere seduta in taverna con gli altri, o di rilassarmi al giardino delle delizie. Ricordo di aver letto da parte di altri giocatori descrizioni così vivide che mi sembrava di averli davvero davanti gli occhi, ed erano dame, vampiri, osti e cavalieri.

Diciamo addio ad un’altra parte di ciò che Internet è stato, prima di diventare il regno dei social networks, delle webstar e delle news acchiappaclick.
A volte penso di aver amato e di amare di più quell’Internet vissuto come mondo parallelo, narrazione di se’ protetti da un nickname (perché “Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero” .cit) che a volte aveva addirittura una sua dignità quasi letteraria, dei blog dove si respirava la sincerità e l’intimità del mettersi a nudo, dei forum zona aperta di condivisione e dibattito.
Lo preferivo a quel campo libero per mettersi in mostra e per l’autocompiacimento che è diventato oggi, uno spazio dove tante volte conta il presenzialismo e il dire la propria più che la riflessione che c’è (dovrebbe esserci) dietro.
Ma io sono vecchia. (😆)

Siamo tutti un po’ fantozziani

Siamo tutti un po’ fantozziani

Senza dubbio Fantozzi fa parte dell’immaginario collettivo, anche per coloro che non impazzivano per i suoi film. Essere perseguitati da piccole sfighe e guardare se per caso c’è la nuvoletta di Fantozzi -se stavate andando al mare e improvvisamente si mette a piovere di sicuro c’è-, sentirsi fantozziani ogni volta che si è impacciati, vedere un soggetto non proprio attraente e pensare istintivamente alla figlia di Fantozzi, voler rispondere a datori di lavoro che nei loro annunci presentano condizioni improponibili come idilliache “Com’è umano lei!”…

Valuto sempre proposte valide

Valuto sempre proposte valide

Salve a tutti! Ho esperienza pluriennale come #articolista, #copywriter e nel campo del #webwriting e della scrittura in genere (ho all’attivo anche pubblicazioni di racconti e versi) e valuto proposte.
Laureata in filosofia.

*Portfolio di cui è possibile prendere immediatamente visione.
*Competenza anche nella traduzione inglese/italiano-italiano/inglese.
*Competenze SEO, WordPress.

Come articolista offro piena versatilità, mi sono occupata dei campi più svariati, dall’arte alla cronaca, dall’attualità al costume, dai viaggi alla musica (mio campo di elezione) passando per le notizie curiose.
Piena versatilità anche per quanto riguarda la scrittura creativa.

Sono disponibile per:

– Pacchetti di articoli e/o collaborazione continuativa o periodica con siti/testate/blog.
(articoli, recensioni, approfondimenti, rubriche, news…)
– Web editor/copywriter (ad es.scrittura di testi anche promozionali -soprattutto nel campo musicale ma non limitatamente ad esso- per siti internet)
– Scrittura racconti per siti web
– Scrittura e diffusione comunicati stampa
– Correttrice di bozze/editor per case editrici o privati
– Collaborazione con case editrici
Scrittura creativa: se avete un’idea per un libro, un racconto o una poesia io posso realizzarla per voi; posso offrirvi anche tante idee regalo originali per i vostri cari e i vostri amici
– Stesura riassunti filosofia e letteratura
– In genere, realizzo qualsiasi cosa vogliate con la scrittura!
– Traduzioni inglese/italiano – italiano/inglese di qualsiasi tipo di testo (dalle ricette ai libri)

No Adsense e simili.

Contattatemi per qualsiasi informazione o richiesta.

 

Focus on Space Oddity – David Bowie

Focus on Space Oddity – David Bowie

Con Space Oddity, nel clima dell’epoca permeato dall’entusiasmo per le imprese spaziali, nell’anno in cui il primo uomo mise piede sulla luna (il brano fu rilasciato undici giorni prima dell’allunaggio, venendo utilizzato in molti servizi televisivi sull’evento), David Bowie si affida a sonorità che strizzano l’occhio al progressive per raccontare del primo dei suoi alter ego.
Major Tom è un astronauta che si perde nella meraviglia e nel mistero dello spazio. Letteralmente, perché Major Tom non farà ritorno alla sua base. Attraverso il brano, che parte con il conto alla rovescia per il lancio, sottolinea l’arrivo nello spazio con vorticose note, sembra davvero di fluttuare nello spazio, soprattutto nella versione stereo estesa, dove gli ultimi minuti indugiano sui suoni e rumori fantascientifici, regalando un’ottima prova di space rock. Da notare la presenza dello stilofono, uno strumento musicale all’epoca nuovissimo costituito da una tastiera che veniva controllata da una penna elettronica.
Il testo è un dialogo tra l’astronauta e la torre di controllo, che si scambiano consigli (dalla Terra, “prendi le tue pillole di proteine e mettiti il casco”, “i giornali vogliono sapere che marca di camicia porti”) e impressioni (dallo spazio, “sto galleggiando nello spazio in modo strano e le stelle sembrano molto diverse oggi…”) ma, oltre questo, si coglie nitidamente il sentimento dell’astronauta, sentimento che diviene universale.

Space Oddity si può leggere come una parabola sull’ignoto e il desiderio di conoscere e di scoprire che è proprio dell’uomo, almeno quando voglia dirsi tale. La mente corre spontanea ad un parallelo fra la figura dell’astronauta che si perde nello spazio, spinto dal desiderio di progredire -per l’umanità e per se stesso- e l’Ulisse dantesco che viene condotto dalla sua sete di conoscenza oltre le colonne d’Ercole, ovvero lo stretto di Gibilterra, all’epoca considerato il limite del mondo conosciuto, la soglia da non varcare, dove troverà la disfatta e la morte, per lui e i suoi compagni.
Ed è la narrazione dell’ignoto. L’uomo è sempre destinato a perdersi nella vastità e nel mistero di ciò che non conosce e nella meraviglia.

Planet earth is blue, and there’s nothing I can do” riflette Major Tom dalla distanza della sua navicella. “Il pianeta Terra è blu e non c’è niente che io possa fare” è uno dei versi più intensi e densi di significato di sempre. È ciò che sfugge al controllo dell’uomo, e che pure deve accettare. L’uomo non sceglie il mondo in cui si trova, vi nasce e si ritrova con in mano delle carte da giocare che non ha scelto, e a non conoscere neanche perché queste carte e questo gioco. Ma in lingua inglese il termine blue significa anche triste. Così si può leggere anche “Il pianeta Terra è triste e non c’è niente che io possa fare“. La presenza del dolore e della semplice tristezza nel mondo, che non cessa di fare interrogare e di tormentare, ma anche la presa di coscienza salvifica che non si può possedere la soluzione a tutto, spesso né tantomeno al dolore degli altri.

Space Oddity è anche il tema dell’alienazione, dell’essere soli, come ha dichiarato lo stesso Bowie in alcune occasioni. Tema ben rappresentato dall’astronauta che dalla distanza spaziale osserva la Terra, fuor di metafora qualcuno che si perde in se stesso, divenendo estraneo forse persino a se stesso. È un brano denso di mistero e inquietudine questo “stranezza spaziale” che è stato ispirato a Bowie dal film “2001, Odissea nello spazio” di Kubrick. Qualcuno vi ha visto una metafora della droga. La figura di Major Tom è ripresa nel 1980 in Ashes to Ashes, che dice “We know Major Tom’s a junkie, strung out in heaven’s hitting an all-time low” – “sappiamo che il Maggiore Tom è un tossico, confinato nell’alto dei cieli raggiunge una depressione senza fine“. E conclude: “mia madre mi diceva: per portare a termine le cose, faresti meglio a non perdere tempo con il Maggiore Tom”. Come spesso accade con David Bowie, i piani di lettura sono molteplici e sono tutti una manna dal cielo per riflessioni e suggestioni.

 

(Scritto qualche anno fa)

Il Fantasma – Racconto

Il Fantasma
(Racconto di qualche anno fa)

Hai presente quando sei sovrappensiero, e di colpo fa la sua entrata in scena qualcosa che ti strappa a quello stato di trance, come un lampo?
Immagina che quel lampo abbia gli occhi misteriosi e smarriti di una ragazza che incroci tra la folla in una grigia giornata di novembre. E già si è dileguata. L’hai vista davvero? Te la sei immaginata? Sembra più un’apparizione, pensi, mentre la pioggia inizia di nuovo a cadere, questa volta in maniera sottile, e, automaticamente, la tua mano si rivolge ad estrarre l’ombrello dalla borsa. Pazienza, continui a pensare mentre apri l’ombrello, forse la tua meteoropatia sta superando ogni limite e sta iniziando a dare i suoi frutti strambi e bizzarri. Te la sei immaginata. E la pioggia scivola sul tuo ombrello aperto e finisce sul marciapiedi, e saresti pronto a giurare che lo ha fatto con mestizia.

Com’è possibile che quell’immagine torni di nuovo a farti visita? Questa volta è solo la tua mente, sì, di sicuro. Ma anche stamattina è stato così? Era troppo strana…davvero qualcosa di singolare. Sembrava non avesse corpo. Tutto quello che spiccava erano i suoi occhi, neri come un pozzo e profondi come il cielo prima dell’alba, incastonati su un viso sottile di un pallore praticamente trasparente. I capelli davano l’idea di essere raccolti, e anch’essi erano scuri. Il vestito era chiaro, come la sua pelle. Era bianco e sembrava trasparente. Ma lo hai visto solo per un secondo. Chi ti ricordava? Forse qualche figura spettrale di qualche film d’altri tempi, quando gli horror non avevano bisogno di effetti speciali e splatter per coinvolgere. Forse un’immagine partorita dalla tua mente nelle lunghe letture di romanzi gotici. O, chissà, un’Ophelia triste, perché eri stato tanto colpito dalla lettura di Shakespeare…e sul tuo cuore quella ragazza ferita aveva lasciato il segno, e aveva incontrato le suggestioni dark della tua mente.

Nei suoi occhi hai visto contemporaneamente un istante e l’eternità. La malinconia vi brillava, e non sapevi dire se del pianto vi era solo la suggestione, o anche le lacrime. Era bella. E tu la pensi di nuovo. E sei seduto in poltrona in soggiorno e ti senti inquieto, ti alzi e fai un giro per la casa. Brevi giri, dato che la tua casa è piccola. E ti siedi di nuovo e ti alzi ancora e ti risiedi, alla luce di una candela. E lei, sempre nella tua mente. Forse hai semplicemente bisogno di una ragazza. Sei single da troppo tempo, e dovresti smetterla di stare rintanato nel tuo guscio per paura di altre delusioni. Dove sta andando la tua vita, ragazzo?

Ma, soprattutto, lei dove andava? Che cosa voleva? Gli altri l’avranno vista?

Questa è stata proprio la notte più allucinante della tua vita. Ti rendi conto o no che l’hai passata a tormentarti sulla vita e i misteri di qualcuno che probabilmente è solo una mera fantasia della tua mente stressata? Certo che te ne rendi conto. Non ti bastava forse l’insonnia? Forse stai impazzendo. Forse quella pausa dal lavoro dovevi prendertela davvero, e quella vacanza che rimandi da tanto non sarebbe stata un vezzo da perditempo, ma una necessità. E adesso cosa fai?
Decidi di ritornare in quel luogo. Su quella strada in cui l’hai incontrata, in quell’esatto punto in cui si era materializzata, tra la pasticceria e il negozio di telefonini. Domani non andrai a lavoro. Conosci il ragazzo della pasticceria, spesso si affaccia in strada e scambiate qualche parola nella noia dei pomeriggi vuoti, o qualche saluto nella frenesia delle mattine di lavoro.
Gli avresti chiesto se per caso ha visto una ragazza dagli occhi tristi e la bellezza intensa, che sembrava fluttuasse nell’aria. E sembrava cercasse proprio te. No, questo non glielo dirai.

Il tempo è ancora grigio, ma per fortuna oggi non piove. Ma che cosa stai facendo? Te lo chiedi più volte, lungo la strada. No, dai, meglio non chiedere nulla a nessuno, pensi. Ti guarderai semplicemente attorno, e questo è quanto. Nel tuo cuore covi la speranza segreta di rivederla. Vederla materializzarsi di nuovo lì, come un lampo. No, aspetta, va bene, chiederai qualcosa al tuo amico. Ma se ti dice che in quel quartiere non abita nessuna ragazza fluttuante, allora lei sarà stata solo una suggestione della tua mente. Bah, che poi potrebbe essere stata anche una forestiera!
È quasi tutto come ieri, per la via, anche l’ora è la stessa. Rivivi la scena. Rivedrai quegli occhi da un momento all’altro. Arrivi davanti la pasticceria, apri la porta, la maniglia è fredda al tatto. No, non li hai visti, quegli occhi.

Il ragazzo è lì. Non sei dell’umore adatto per i convenevoli, ma sei consapevole che se appena varcata la soglia te ne esci con questa domanda, ti prenderanno per matto. Mentre sorseggi il tuo caffè, inzuppando di tanto in tanto un pasticcino nella tazza, trovi il coraggio di chiedere. Nessuna ragazza dagli occhi e capelli scuri e dalla pelle diafana vive nei paraggi. No, il tuo amico ieri a quell’ora non ha visto nessuna giovane in abito bianco che fluttuava per la via. Ok, devi essere davvero impazzito. E la prossima volta che ti viene un calo di zuccheri entra in pasticceria piuttosto!

Devi trovarti una ragazza. Devi smetterla di vivere ai margini della società e della vita a causa delle tue paure. Buttati e deciditi a fare quella cavolo di vacanza. Vedrai che in questo modo dimenticherai l’insonnia e la meteoropatia. E le ragazze misteriose e belle che non esistono.
Il mondo è pieno di belle donzelle in carne ed ossa, per la miseria. I tuoi amici (o meglio conoscenti) ti riderebbero in faccia da qui all’eternità se solo lo sapessero! E non essere triste, devi darti una possibilità. Cancella quello sguardo torvo e dimentica questa storia.

Abbandoni la via principale e svolti in una piccola viuzza tranquilla che ti riporterà a casa. È tempo di guardare in faccia la realtà. Riprende a piovere, che cavolo. Ed ecco che riapri l’ombrello. Ok, adesso nella suggestione ti sembra di rivederla. No, ma ancora?
Questa immagine non vuole proprio andarsene dai tuoi occhi. Non vuoi proprio rinsavire. Eppure… No, è impossibile da equivocare. La ragazza è davanti a te, ti guarda fisso con quei suoi occhi che ti sembrano dei fari scuri, una cosa unica al mondo. Vedi solo quello, di lei. Potrebbe anche essere nuda, non te ne accorgeresti. E non vedi più neanche la via, in quel momento. Ma sai che non c’è nessuno a cui chiedere “Ehi ma la stai vedendo anche tu?!” “Oh mi scusi tanto se la disturbo, ma anche lei vede quello che sto vedendo io??”; ci sei solo tu.
Senti che ti sta dicendo senza parole di seguirla. Oh, ma che cosa sta succedendo?

Parti a razzo, ma sì, è l’unica cosa che volevi. Quella ragazza fluttua davvero. Quella ragazza è un mistero e adesso ti ha in pugno, tu puoi solo seguirla. Dove ti porterà? Non ti chiedi più dov’è finito il tuo senno, non ti vedi più come un pazzo. Non pensi più a nulla, la tua mente è il vuoto e l’unica cosa che senti è l’impulso di seguirla.
Nessuno ti vede mentre corri per la via inseguendo una strana figura, esile ed eterea? Ma sì, tu sei come in un’altra dimensione, domande come questa non ti toccano. E mentre lei ti porta per i campi, mentre il sole si affaccia tra le nuvole ed è l’unica cosa che senti, avverti come per la prima volta la bellezza di quello che ti circonda, del paesaggio, della vita.

Hai uno strano brivido quando lei si avvicina ad un cimitero, ma non puoi farti indietro quando vi entra. Ti fermi per un attimo e subito riprendi il tuo inseguimento. Vedi la sua immagine assottigliarsi, mentre si lancia nell’aria a velocità vorticosa, diventare come un soffio visibile, fino a quando non tocca una lapide e lì sparisce.
Eri rimasto qualche passo indietro, la sua velocità era decisamente troppo elevata perché tu potessi stare al suo passo! Ansimi dalla fatica, e, senza chiederti che diavolo stia succedendo e se tu sia sveglio, completamente pazzo o dormiente, ti appoggi alla lapide e subito rivolgi gli occhi all’intestazione che vi è impressa.
Niente e nessuno potrebbe raccontare la tua incredulità nel momento in cui guardi la foto, e vi riconosci il volto della tua misteriosa ragazza. Li più vivido e definito. Nora Lightly. In quella foto sorrideva.

Adesso dov’è, Nora Lightly? Non la vedi più fluttuare attorno a te. Niente più quel vestito bianco trasparente come un lenzuolo di fantasma, niente più i suoi occhi profondi come un pozzo e i suoi capelli neri, niente più il suo viso trasparente…Sei ancora fermo davanti a quella lapide in quel cimitero di campagna, e non vedi nulla di tutto questo. Solo la fila di tombe e l’erba dorata ed i raggi del sole che finalmente sono arrivati a prendere il posto della pioggia, e non sono mai sembrati così caldi sulla pelle. Potrà sembrare paradossale, ma senti così fortemente la vita proprio in un luogo come questo…! Merito di Nora, pensi. Ti senti grato a quella figura, anche se non sapresti spiegare esattamente perché.
Finalmente giri i tacchi e ti lasci alle spalle il cimitero. Beh, a dirla tutta, non sapresti spiegare neppure quello che è successo oggi. Nè tantomeno hai voglia di cercare o avere spiegazioni. Percepisci che va semplicemente sentito, sperimentato nell’anima, più che indagato con razionalità e logica.
Sarà merito di questa lezione, e della nuova dimensione dell’essere in cui -per usare un bel parolone- potresti dire di essere entrato, se prima di andare a casa prendi a guardare con occhi nuovi tutto ciò che ti circonda. Il nuovo sguardo che ti ha donato Nora. Le foglie che navigano sulle pozze di pioggia ancora per terra, il riflesso del sole su una vetrata, i mille modi in cui gli esseri umani ridono e le mille inflessioni con cui i gatti miagolano…ogni cosa ti parla della gioia e del dono di esserci, in un presente che si rinnova ad ogni istante e in cui tuffarsi senza zavorre ma solo con la voglia di esplorare.
Ma chi era Nora Lightly? C’è solo quella curiosità ad increspare la tua serenità ritrovata, che adesso, lo senti chiaramente, hai tutta l’intenzione di custodire dentro di te per l’eternità. Arrivato a casa, accendi il pc e, senza aspettarti nulla in particolare, inizi a googlare il suo nome…oh, ecco dei risultati! Nora Lightly -leggi- era una nobile e filantropa inglese vissuta nei primi del Novecento e morta in giovane età. Non aveva avuto una vita molto facile (la sua famiglia era presto caduta in disgrazia) ma nonostante questo -o forse proprio per questo- si impegnava per gli altri, per risvegliare nel prossimo l’amore per la vita. La immagini ragazzina, aggirarsi inquieta per palazzi eleganti con vestiti sontuosi, mentre quell’inquietudine le sussurrava che oltre quei tetti alti c’era un cielo ancora più alto. E la vedi ritrovarne conferma quando, ancora giovane, si ritrova faccia a faccia con le durezze della vita, e non smette di restare aggrappata alla sua bellezza, e di cantarla a coloro che ritrova sul suo cammino. Questa mania di ricordare lo splendore della vita a chi si trovava smarrito, insonne e preda delle paure in certi periodi dell’esistenza l’ha resa amata e mai dimenticata. La ringrazi con un sorriso, mentre finalmente prenoti la tua vacanza.

Chiara Catanese

Perché non lasciare libertà di scelta su eutanasia e fine vita è sbagliato su tutti i fronti

Eutanasia e fine vita sono questioni che vengono regolarmente lasciate da parte -da uno stato che non legifera in materia e preferisce mettere la testa sotto la sabbia, da tutti noi che -in modo anche comprensibile- aggiriamo temi come testamento biologico, ultime volontà, donazione degli organi. Ecco però che quando arriva un caso mediatico eclatante la questione torna alla ribalta, soprattutto in bocca ai moralisti, che chissà perché si scoprono difensori dell’etica cattolica sempre quando c’è da puntare il dito su qualcuno, ma se si tratta di aiutare un vicino in difficoltà, nella vita di tutti i giorni, il loro fervore cristiano d’un tratto si spegne. I moralisti sono pronti a calpestare le persone in nome di non ben identificati principi.
Ci vorrebbe più bioetica e meno moralismo. Perché non lasciare libertà di scelta su eutanasia e fine vita è sbagliato su tutti i fronti.

Moralmente: ti sembra giusto, oh difensore della vita, non rispettare la volontà di una persona che si trova in una situazione terribile e non giudicabile? Perché ognuno deve essere libero di scegliere. Se una persona sceglie di ricorrere all’eutanasia, per quale motivo la sua volontà non deve essere rispettata? Perché la vita è bella e va amata sempre e comunque? Credo possa essere comprensibile che in una situazione simile quella persona non sia esattamente d’accordo con questo assunto…o forse proprio perché ama la vita è portata verso questa scelta. Possono esserci mille ragioni per scegliere l’una o l’altra cosa ma appunto ognuno deve essere libero di scegliere per se’…con che animo possiamo metterci su un piedistallo e fare la morale a persone in situazioni simili…imporre loro cosa fare…alla luce di cosa? Dei nostri principi? Possiamo decidere di noi, in base ai nostri principi…
Bioeticamente e filosoficamente: Alla luce del principio della sacralità della vita? In bioetica ci sono ampi dibattiti su temi simili…fino a che punto sia vita…se sia vita essere attaccati ad una macchina che lascia funzioni vitali attive artificialmente…
Religiosamente e scientificamente: Alla luce della religione? Beh, allora quale religione e perché dovremmo imporre a qualcuno la nostra religione o dovremmo imporgli di credere? Non siamo in una teocrazia quindi non si può fare…personalmente, sono credente ma l’esistenza come la non esistenza di Dio non sono dimostrate scientificamente, quindi sono questioni che vanno lasciate al libero arbitrio…un non credente ha diritto di essere rispettato esattamente come un credente…E non dimentichiamo che anche l’esperienza del credente è ricca e non per forza è cecità…il libero arbitrio è anche un concetto che esiste in religione. Se si impone qualcosa a qualcuno in nome di Dio si compie violenza in nome di Dio non rispettando il suo libero arbitrio e ci si sostituisce a Dio…bisogna lasciare che quel qualcuno decida per se’, poi sta a Dio giudicarlo…
Umanamente: Come si fa a non avere rispetto di un essere umano innocente che soffre, al
punto di accusarlo di vigliaccheria e di fargli la morale? Ogni scelta è degna e meritevole di rispetto. C’è amore nell’accompagnare nella sofferenza un proprio caro che desidera non ricorrere all’eutanasia, c’è amore nel battersi affinché la volontà di un proprio caro di ricorrervi venga rispettata.

(Stralcio riveduto e corretto di una conversazione su Facebook)